L'autonarrazione che vince
Come l'autonarrazione ha aiutato politici italiani a vincere: il potere dello storytelling personale
Nella comunicazione politica, il modo in cui un leader si racconta può essere decisivo tanto quanto le sue idee. Non si tratta solo di programmi, ma di percezione. Di storytelling. Di autonarrazione consapevole.
Esploriamo come alcuni politici italiani abbiano costruito una narrazione personale così coerente e potente da diventare parte integrante del loro successo elettorale. Non è un’analisi politica, ma una riflessione sul valore del personal branding e sul potere delle parole — anche (e soprattutto) in politica.
Silvio Berlusconi: il vincente che "c'era già riuscito"
Quando si parla di Berlusconi si cita spesso il potere delle sue televisioni. Ma ridurre la sua vittoria a una questione di mezzi tecnici è miope.
Berlusconi ha vinto perché ha incarnato un'immagine: quella dell'uomo che ce l'ha fatta. Un imprenditore di successo, che parlava il linguaggio del fare, dell’ottimismo e della concretezza.
Il suo messaggio implicito era semplice e potentissimo: “Ho costruito imperi, posso costruire anche un Paese migliore.”
Quella narrazione non era improvvisata: era coerente, reiterata e cucita addosso a lui come un abito di sartoria.
Matteo Renzi: il rottamatore
Nel 2014 Matteo Renzi arriva al governo con un’immagine fortissima: quella del rottamatore.
Il giovane che manda in pensione la vecchia politica. I toni erano energici, quasi da stand-up comedy istituzionale. Parlava in modo diretto, saltava le liturgie di partito e si proponeva come l’alternativa interna.
La sua narrazione personale era quella del nuovo che avanza.
E funzionò. Proprio perché le persone non scelgono solo chi sei, ma chi dici di essere. E soprattutto, chi li fai sentire mentre ti ascoltano.
Giorgia Meloni: la coerenza come valore narrativo
Giorgia Meloni è un caso interessante: nel tempo ha costruito un’immagine di sé che non si è mai contraddetta. Una narrazione coerente, identitaria, riconoscibile.
Si racconta come donna, madre, italiana, cristiana, e lo fa da anni, senza tentennamenti.
La sua forza comunicativa risiede nella continuità del suo racconto, che prescinde dai salti di carriera o dai numeri in Parlamento.
La costanza della sua narrazione personale ha reso riconoscibile il suo brand politico, prima ancora di governare.
Il punto non è “piacere a tutti”, ma essere chiari su chi sei
Il filo rosso che unisce questi casi non è il contenuto politico, ma la strategia di racconto.
Il successo pubblico non nasce solo da cosa fai, ma da come ti racconti mentre lo fai.
Un’identità forte, coerente e percepibile permette agli altri di fidarsi. E nel marketing come in politica, la fiducia è il primo passo verso l’adesione.
E tu, che narrazione stai dando di te?
Questa riflessione non serve solo a leggere la politica, ma a leggere noi stessi.
Qual è la storia che racconti quando ti presenti?
Il tuo io pubblico è un riflesso autentico o un collage di ciò che pensi piaccia agli altri?
Ti va di provarci? Scrivi in una riga qual è la narrazione che oggi stai dando di te stesso. Non quella che vorresti avere tra dieci anni, ma quella che oggi traspare nei tuoi gesti, nei tuoi post, nel tuo curriculum o nelle tue conversazioni.